Diverticoli esofagei

Vuoi sapere cosa sono i diverticoli esofagei? Allora sei nel posto giusto! Ne parlerò approfonditamente in questo articolo, mostrandoti come riconoscere un diverticolo e come classificarlo (infatti, devi sapere che esistono diversi tipi di diverticoli). Oppure preferisci sapere come si forma e perché si forma un diverticolo dell’esofago, ma non preoccuparti, io sono qui proprio per questo e così saprai anche tu come spunta un diverticolo dell’esofago.

E c’è dell’altro! Tratteremo di ogni suo aspetto, come ad esempio quali sono i sintomi di un diverticolo dell’esofago che ci devono mettere in allarme e contattare immediatamente il nostro medico di fiducia per un riscontro da parte sua, perché tenete bene in mente che una ricerca su google non potrà mai sostituire una laurea in medicina! E ti anticiperò che cosa fa un medico per diagnosticare un diverticolo esofageo e, una volta diagnosticato, quali sono le cure del diverticolo esofageo che il medico ti potrebbe proporre.

È sempre essenziale andare dal proprio medico quando si avverte qualcosa che non va; nonostante questo, informarsi è sempre un’ottima idea perché riesce a ravvicinare te e il tuo medico. Per questo ti spiegherò tutto quello che c’è da sapere sui diverticolo dell’esofago! Dunque, cominciamo!

I vari tipi di diverticoli dell'esofago.
Illustrazione dei vari tipi di diverticoli esofagei.

Che cos’è un diverticolo esofageo

Partiamo con una semplice definizione. I diverticoli esofagei sono delle estroflessioni sacciformi, cioè simili a delle sacche o tasche, di dimensioni variabili della parete dell’esofago e, quindi, il loro lume è comunicante col lume esofageo.

Classificazione: tipi di diverticoli

Esistono diverse tipologie di diverticoli dell’esofago che si possono distinguere e classificare secondo diversi criteri: secondo l’età d’insorgenza, secondo la localizzazione, secondo un criterio istopatologico (cioè in base alla loro struttura) e secondo un criterio eziopatogenetico (cioè in base al meccanismo di formazione e la causa che li ha scatenati).

Quindi, la classificazione di un diverticolo deve tenere conto di tutti e 4 questi criteri. Ma andiamo più avanti e capirai meglio di cosa sto parlando.

Età d’insorgenza

I diverticoli dell’esofago si possono distinguere in congeniti e acquisiti in base al momento della vita in cui spuntano.

I diverticoli congeniti dell’esofago sono dovuti a delle alterazioni della parete dell’esofago durante lo sviluppo fetale e, quindi, presenti alla nascita o che si formano poco tempo dopo. Perciò, nel neonato sarà possibile riscontrare una debolezza eccessiva della parete esofagea, e questo può portare alla formazione di un diverticolo esofageo in giovane età.

I diverticoli acquisiti o propriamente detti dell’esofago sono invece dovuti a delle alterazioni della parete dell’esofago che si sviluppano nel corso della vita. Essi insorgono in età adulta e più frequentemente negli anziani.

Localizzazione

Poiché l’esofago è un lungo tubo, i diverticoli potrebbero potenzialmente formarsi in un qualsiasi punto di questo tubo. Dunque, un altro modo di classificare i diverticoli dell’esofago è rappresentato dalla loro localizzazione, ovvero in base alla loro sede di origine, in:

  • diverticoli ipofaringei o cervicali o faringo-esofagei (di Zenker), quando si localizzano nel terzo superiore dell’esofago;
  • diverticoli medio-toracici o parabronchiali o juxta-bronchiali, quando riguardano il terzo medio dell’esofago;
  • diverticoli epifrenici, quando interessano il terzo inferiore dell’esofago.

Inoltre, possiamo anche raggrupparli tra diverticoli juxta-sfinterici (faringo-esofagei ed epifrenici) ed extra-sfinterici (medio-toracici).

Criterio istopatologico: diverticoli veri e falsi

Da un punto di vista istopatologico, cioè osservando la struttura della parete erniata, i diverticoli dell’esofago si possono distinguere in:

  • diverticoli veri, quando sono composti da tutti gli strati della parete dell’esofago (tonaca mucosa, tonaca sottomucosa, tonaca muscolare e tonaca avventizia);
  • diverticoli falsi o pseudo-diverticoli, quando sono costituiti soltanto dalla tonaca mucosa della parete dell’esofago;
    • diverticoli intramurali: sono degli pseudo-diverticoli dovuti all’ipertrofia (quindi dilatazione) delle ghiandole della sottomucosa dell’esofago, e che rimangono confinati nello spessore della parete dell’esofago; possono presentarsi in forma singola o multipla.

Di solito, i diverticoli congeniti dell’esofago sono dei diverticoli veri. Invece, la maggioranza dei casi di diverticoli acquisiti dell’esofago sono dei diverticoli falsi.

Criterio eziopatogenetico: diverticoli da pulsione e da trazione

I diverticoli acquisiti si possono suddividere in base al meccanismo o causa di formazione in:

  • diverticoli da pulsione, quando si formano per via di un’aumentata pressione endoluminale (generalmente correlata a un’alterazione regionale della peristalsi) che premendo dall’interno su un’area di debolezza della parete (a causa di una ridotta componente muscolare) ne causa gradualmente un’erniazione, ovvero una estroflessione; la maggior parte di essi sono diverticoli falsi, cioè estroflessioni della sola mucosa;
  • diverticoli da trazione, quando sono dovuti a degli episodi di retrazione cicatriziale (come nel caso della formazione di aderenze fibrose a seguito di un processo infiammatorio) che hanno interessato la parte di mediastino vicino all’esofago o gli organi vicini (è il caso di broncopolmoniti, infammazione dei linfonodi mediastinici, etc.), determinando una trazione dall’esterno sulla parete esofagea; di solito sono diverticoli veri, cioè che si estendono a tutti gli strati della parete. In alcuni rari casi sono di origine congenita.

Cause della formazione dei diverticoli

Se ancora non ti è chiaro perché i diverticoli esofagei si possano formare, provo a schiarirti meglio le idee. I diverticoli possono formarsi:

  • a causa di lesioni strutturali della parete dell’esofago, ad esempio una stenosi (restringimento del lume) o un indebolimento della componente muscolare della parete dell’esofago (punto di debolezza della parete) che possono determinare a loro volta un’anomalia motoria e difficoltà nel transito del bolo, con conseguente aumento di pressione nel punto in cui si ha la lesione strutturale ed erniazione della parete;
  • per alterazione della motilità esofagea, che può essere riconducibile a:
    • indebolimento della struttura muscolare della parete esofagea;
    • rilassamento della muscolatura esofagea;
    • incoordinazione dello sfintere esofageo superiore o inferiore con l’onda peristaltica;
  • per la formazione di aderenze cicatriziali a seguito di un processo infiammatorio, che è la causa tipica della formazione dei diverticoli da trazione; si tratta di aderenze estrinseche extraluminali che trazionano
    verso di sé la parete esofagea, determinandone l’estroflessione.
Dismotilità esofagea e RX con pasto baritato.
Alterazione della motilità esofagea che porta alla formazione del diverticolo in esofago.

Epidemiologia: incidenza nella popolazione

I casi di diverticoli congeniti sono piuttosto rari.

La maggior parte dei diverticoli esofagei insorge in adulti di mezza età ed anziani.

I diverticoli di Zenker, che sono i diverticoli più frequenti, possono comparire tipicamente dopo i 50 anni di età.

I diverticoli medio-toracici sono rari, mentre quelli epifenici sono piuttosto frequenti.

Segni e sintomi

Frequentemente i diverticoli sono asintomatici e non mostrano alcun sintomo per lungo tempo. In altri casi, invece, si presentano con un quadro sintomatologico che può essere caratterizzato da:

  • disfagia (difficoltà della deglutizione e sensazione di ostruzione)
    • può essere una disfagia alta o bassa in base a dove viene avvertita la sensazione di ostruzione;
  • rigurgito (risalita del cibo dall’esofago in cavità orale); esso può avvenire quando il paziente si flette in avanti o si distende perché causa la risalita del cibo ristagnato nel lume diverticolare;
  • soffocamento (ostruzione delle vie aeree da cibo);
  • tosse (a causa di parti di cibo che vengono rigurgitati nelle vie aeree);
  • dispnea (mancanza di fiato o sensazione di fatica a respirare);
  • alitosi (cattivo odore dell’alito dovuto alla fermentazione dei residui di cibo che rimangono fermi nel lume diverticolare);
  • dolore toracico e/o pirosi con sede dipendente dalla sede della lesione;
  • rumori di gorgoglio durante la deglutizione;
  • sintomi da discinesie esofagee;
  • nel caso in cui il diverticolo di Zenker diventi di grandi dimensioni, tumefazione cervicale palpabile.

Complicanze

Talvolta, i diverticoli possono determinare un quadro clinico persino più grave a causa dell’insorgenza di complicanze, quali:

  • esofagite cronica;
  • diverticolite (infiammazione del diverticolo), talvolta da potenziale infezione causata dai germi contenuti negli alimenti che ristagnano nel lume diverticolare;
  • polmonite ab ingestis (o anche detta polmonite da inalazione), generalmente a seguito di rigurgito notturno;
  • perforazione, con conseguente mediastinite o formazione di fistole esofago-tracheo-bronchiale;
  • emorragia;
  • carcinoma.

Esami diagnostici utili

All’esame obiettivo del medico i diverticoli esofagei potrebbero non dare alcun segno. Oltretutto, sappiamo che frequentemente i diverticoli risultano asintomatici. Dunque, per poter rilevare un diverticolo sarà necessario eseguire un’indagine strumentale specifica, quali RX o TAC.

L’indagine strumentale di elezione è la radiografia con pasto baritato (o fluoroscopia dell’esofago): vengono acquisite una serie di immagini radiografiche dopo aver fatto ingerire al paziente il cosidetto pasto baritato. Quest’ultimo è un mezzo di contrasto contenente solfato di bario, che è una sostanza radiopaca, cioè che impressiona la lastra radiografica determinandone un colore bianco o chiaro.

La radiografia si può anche svolgere con doppio contrasto: un mezzo di contrasto sarà ancora il pasto baritato; il secondo mezzo di contrasto sarà l’aria che viene prodotta dall’ingestione contemporanea di bicarbonato di sodio che reagisce con gli acidi gastrici e risale attraverso l’esofago. Il vantaggio è quello di una migliore distensione dell’esofago che può mettere meglio in risalto eventuali irregolarità macroscopiche della mucosa. Questa tecnica è necessaria soprattutto per la diagnosi di pseudodiverticoli esofagei intramurali.

Un test di manometria gastroesofagea potrà servire a misurare il tempo e la forza delle contrazioni e dei rilassamenti della muscolatura a livello dello sfintere esofageo superiore ed inferiore. In altre parole, permetterà di evidenziare le eventuali alterazioni della motilità o del tono della muscolatura esofagea a livello dello sfintere esofageo superiore (nel caso del diverticolo di Zenker) o dello sfintere esofageo inferiore (nel caso dei diverticoli epifrenici).

Un altro possibile esame strumentale è l’esofagogastroduodenoscopia (o semplicemente gastroscopia) che consiste in una endoscopia del tratto digestivo superiore, utile per poter ricercare eventuali lesioni patologiche della mucosa, come stenosi o neoplasie. Viene indicata nei casi di diverticoli sintomatici, ad esempio con presenza di disfagia o di odinofagia.

Trattamento e terapia

Solitamente i diverticoli non devono essere operati perché sono asintomatici o minimamente sintomatici e non daranno mai alcun problema al paziente se questi segue uno stile di vita adeguato.

Al massimo, si può procedere con la cura della discinesia o dismotilità o anche della stenosi che stanno alla base della formazione del diverticolo per evitare che il diverticolo aumenti ancora di più di dimensioni.

Il trattamento del diverticolo esofageo è indicato quando risulta sintomatico, molto voluminoso o invalidante. In questi casi si può procedere in vari modi, tra cui (per citarne alcuni):

  • resezione chirurgica, cioè l’asportazione del diverticolo esofageo tramite tecniche chirurgiche;
  • iniezione della tossina botulinica a livello dello sfintere esofageo inferiore, da ripetersi ogni circa 1-3 mesi poiché ha un effetto transitorio;
  • miotomia esofagea di Heller, che consiste nella resezione chirurgica dei fasci di tessuto muscolare liscio circostanti l’esofago.

Oggigiorno, la chirurgia ha affinato molto alcune tecniche poco invasive che garantiscono ottimi risultati, in particolar modo un minor dolore per il paziente nel post-operatorio e una remissione definitiva della stenosi.

Consigli sulla dieta e su uno stile di vita adeguato

I pazienti con un diverticolo esofageo non devono sdraiarsi o piegarsi subito dopo i pasti principali, al fine di evitare fenomeni di rigurgito e conseguente soffocamento. Anzi, è importante che rinuncino ai pasti abbondanti e che stiano sempre attenti durante i pasti principali della giornata.

Inoltre, dovrebbero evitare l’assunzione di caffè, menta, cioccolato, cibi grassi e alcolici, e ridurre l’assunzione di cibi acidi o irritanti per la parete dell’esofago, quali spremute, succhi di agrumi, pomodoro e pepe.

Durante il sonno è consigliabile utilizzare due cuscini per poter facilitare lo svuotamento dell’esofago e quindi limitare la stasi del cibo.

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